Una notizia circa la chiusura di uno sportello Unicredit ha riacceso i riflettori sulla problematica inerente la desertificazione bancaria.
In tutta Italia si sta verificando un fenomeno che non accenna a fermarsi e sta danneggiando i clienti di molte banche. Si chiama “desertificazione bancaria” ed è un processo intenzionale attuato dagli istituti bancari.
Di recente, i cittadini di Lecce si sono trovati di fronte all’ennesima chiusura e hanno dovuto effettuare le operazioni presso un’altra sede bancaria. Ma ormai in tutto il Paese milioni di cittadini e imprese cominciano a essere in seria difficoltà.
I dati divulgati lo scorso marzo dall’Osservatorio Desertificazione Bancaria rilevati tramite report di Banca d’Italia, Istat ed Eurostat sono allarmanti.
Non siamo di fronte a qualche disagio per i clienti, che si vedono ridurre, di fatto, alcuni servizi. Si parla addirittura di emergenza sociale poiché il fenomeno della desertificazione bancaria sta assumendo proporzioni preoccupanti.
First Cisl ha deciso di lanciare un Osservatorio che riporta gli studi e le analisi del Comitato scientifico della Fondazione Fiba. Per capire la portata del fenomeno, ecco una sintesi dei dati aggiornati al 31 marzo 2024:
Tutti gli istituti bancari coinvolti nella desertificazione, chi più chi meno, adducono il fenomeno ad un fattore molto semplice: il risparmio.
La banca, dunque, risparmia sui costi di gestione eliminando le sedi fisiche e anche i lavoratori al loro interno. Il risparmio però non si vede, ad esempio, in una riduzione del costo del conto corrente, anzi negli ultimi anni le spese correlate sono aumentate con regolarità.
Potremmo pensare che, in fondo, esiste l’home banking, che ormai si può utilizzare il cellulare per effettuare qualsiasi operazione, ma non è tutto così estremamente semplice.
Non tutti hanno confidenza con la “banca digitale”, basti pensare agli anziani, o alle persone poco istruite. Paradossalmente, come riporta proprio l’Osservatorio sulla Desertificazione Bancaria, “La popolazione senza sportello è anche quella che generalmente utilizza meno l’internet banking“.
Non dimentichiamoci poi che non avere accesso a uno sportello bancario significa anche – sia per i cittadini che per le imprese – avere meno chance di ottenere credito.
I servizi digitali offerti dalle banche, poi, non colmano affatto il gap che si è creato con la desertificazione degli sportelli, e c’è di più.
Si palesa, con queste azioni, la volontà di costringere cittadini e imprese a ricorrere a conti virtuali (basti pensare al caso Intesa San Paolo, che ha addirittura spostato i correntisti su un conto virtuale con un’operazione poco chiara), con tutte le criticità che ne possono scaturire, com’è facilmente intuibile.
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