Il versamento in contanti su un conto corrente può allertare il fisco: come fare per evitare controlli e soprattutto problemi
Il versamento in contanti è un’operazione ormai piuttosto rara e consiste nell’andare in banca a chiedere di trasferire denaro contante sul nostro conto corrente. Il motivo per cui quest’operazione è sempre più rara è che ormai nella maggior parte dei casi i movimenti di denaro avvengono tramite bonifico, quindi attraverso meccanismi tracciabili.
Il versamento è in vece ancora un’operazione consueta per tutti i negozianti che ricevono pagamenti in contanti e che periodicamente devono trasferirli sul proprio conto bancario. Se, nel caso di un esercente, è molto facile giustificare la provenienza del contante in questione, tutti gli altri cittadini dovranno procurarsi tutte le prove necessarie a spiegare da dove viene il contante versato sul conto.
Il motivo è che in linea generale tutto il denaro che arriva sul nostro conto corrente è imponibile, ovvero è soggetto a tassazione. Questo significa che se ci sono somme non soggette a tassazione o che sono già state tassate in partenza, dovremo essere in possesso di tutte le informazioni necessarie per dimostrare al fisco che non sono dovute tasse su quella somma.
La causale del versamento è un dettaglio importantissimo da prendere in considerazione quando si desidera motivare in maniera esaustiva la provenienza di denaro. Allo scopo di non destare sospetti e quindi scatenare i controlli del fisco si dovrebbe innanzitutto eseguire solo ed esclusivamente versamenti dotati di causale.
I versamenti senza causale o con causali generiche, vaghe e imprecise sono altamente sospetti perché potrebbero indicare somme di denaro di cui ci si è appropriati in maniera indebita e che quindi vengono versate sul conto allo scopo di riciclarle.
Le causali più adatte a giustificare un versamento di contanti sul proprio conto sono in genere “regalo”, “donazione” o anche “prestito”. Le donazioni e i prestiti, infatti, oltre a essere perfettamente lecite, non sono tassabili.
Infine, bisogna sempre ricordare che non c’è una soglia minima di versamento di contanti che è in grado di attirare l’attenzione del fisco. Teoricamente, infatti, i controlli potrebbero scattare anche per il versamento di 100 Euro in contanti sul proprio conto se non accuratamente motivato.
Bisogna specificare però che è praticamente impossibile che l’Agenzia delle Entrate sprechi risorse umane, economiche e di tempo, allo scopo di appurare ipotetici reati di così piccola entità. Sono piuttosto le somme davvero ingenti a scatenare giustamente i sospetti del fisco.
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