Chi l’ha detto che l’invidia è un difetto dovrà ricredersi dopo aver letto questo articolo ricco di ricerche scientifiche molto curiose.
Nel corso della nostra vita, i nostri genitori, sin da piccoli, ci hanno insegnato cosa sia l’invidia e perché è meglio non essere invidiosi degli altri. Si tratta di un difetto, anzi di un atteggiamento che fa molto male alle persone che la vivono le quali sono portate, poi, a comportarsi in maniera del tutto negativa nei confronti di chi è oggetto di invidia.
Tuttavia, il campo delle ricerche, un campo davvero molto molto avanzato, ha deciso di tastare anche questo aspetto e di cercare di capire se ci sia davvero qualcosa di negativo nell’invidia. E, a quanto pare, chi è invidioso può anche non nascondersi più dato che esistono degli effetti positivi che l’invidia genera e di cui non ne eravamo a conoscenza.
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Ovviamente, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, bisogna saper dosare anche l’invidia e cercare di tramutarla in qualcosa di positivo. Poi, esiste l’invidia che fa stare male a tutti e non bisogna mai arrivare ad una conseguenza del genere perché non solo fa vivere male chi ne è soggetto, ma anche chi ne è oggetto.
Dopo aver fatto questa fondamentale premessa, perché ogni atteggiamento tossico non deve essere mai giustificato o romanticizzato, possiamo passare alla prima delle ricerche sull’invidia. La prima è stata condotta dai ricercatori della Texas Christian University di Fort Worth e dell’Università di Austin, negli Stati Uniti d’America. Secondo gli studiosi, l’invidia porterebbe ad aguzzare l’ingegno e a ricordare i particolari.
La ricerca ha visto come protagonisti un gruppo di studenti ai quali veniva chiesto di raccontare degli episodi in cui avevano provato invidia. Sempre a loro e ad altri che non erano stati coinvolti nell’esperimento, è stato chiesto di leggere due interviste fittizie. Ebbene, gli invidiosi ne ricordavano i dettagli!
Successivamente, è stato realizzato un secondo studio in cui, ancora una volta, i protagonisti erano degli studenti ai quali era stato chiesto di osservare delle fotografie e di leggere le interviste di iscritti all’ateneo che risultavano essere persone molto attraenti e ricchi.
Ebbene, gli invidiosi ancora una volta hanno dimostrato di saper ricordare non solo i nomi ma anche i dettagli. Ma perché questo collegamento? Ce lo spiego lo psicologo dell’Università del Kentucky, Richard H. Smith. L’invidia, a detta sua, è collegata agli occhi, che uno dei sensi legati a sua volta all’attenzione.
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