Alcune categorie di contribuenti hanno diritto al cd. incremento al milione, grazie al quale possono percepire di vantaggiose maggiorazioni. A chi spetta?
L’incremento al milione è la maggiorazione attiva dal 2002 che serve alle prestazioni previdenziali e assistenziali di valore molto basso per raggiungere la cifra pari a un milione delle vecchie lire.
Ne hanno, però, diritto solo i titolari di pensione di inabilità civile, i ciechi civili assoluti, i sordomuti e i percettori della pensione di inabilità lavorativa.
Queste categorie di soggetti riceveranno delle somme a titolo di arretrati, in seguito a un’importante decisione della Corte Costituzionale. Fino al 2020, infatti, l’incremento al milione era riconosciuto solo a coloro che avevano compiuto 60 anni di età. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 150 del 2020, ha, però, stabilito l’illegittimità del requisito anagrafico per il riconoscimento della maggiorazione sociale, fissandolo a 18 anni. Quali sono le implicazioni del principio espresso dalla Corte Costituzionale? Quali contribuenti riceveranno gli arretrati?
In seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 150 del 2020, l’INPS ha specificato che hanno diritto all’incremento al milione gli invalidi totali, i ciechi assoluti e i sordomuti che hanno un’età compresa tra 18 e 67 anni e che possiedono un reddito fino a:
Per il 2024, la somma spettante è pari a 401,72 euro al mese, che, sommata ai 333,33 euro della pensione di invalidità, da un totale di 735,05 euro al mese.
Mentre gli invalidi civili totali, i ciechi assoluti e i sordomuti hanno ricevuto gli importi arretrati dell’incremento al milione in maniera automatica, i percettori di pensione di inabilità lavorativa devono inviare una specifica domanda.
Gli interessati hanno un anno di tempo per richiedere gli arretrati; se, invece, hanno compiuto 60 anni prima del riconoscimento della maggiorazione sociale, le somme possono essere chieste entro 5 anni.
I pensionati devono inviare il certificato che prova lo status di invalido, una DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) valida e un documento di riconoscimento. Devono, poi, compilare il Modello AP70 tramite il sito dell’INPS, al quale si accede attraverso le proprie credenziali digitali SPID, CIE o CNS.
Basta cliccare su “Prestazioni e Servizi“, “Prestazioni“, “Domanda pensione, ricostituzione, ratei, ECOCERT, APE Sociale e beneficio precoci“, su “Variazione prestazione pensionistica” e, infine, selezionare l’icona “Ricostituzioni/Supplementi”.
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