Ci sono alcuni mestieri che consentono di accedere al pensionamento anticipato. Quali sono i nuovi requisiti imposti dall’INPS? Scopriamolo.
Il nostro sistema previdenziale contempla misure pensionistiche accessibili prima del compimento dei 67 anni di età (attuale età pensionabile). Sono, però, destinati solo ad alcune categorie di lavoratori.
In particolare, esiste una misura che permette di smettere di lavorare a 62 anni, ma la legge richiede il possesso di condizioni abbastanza stringenti. L’agevolazione, inoltre, varia a seconda che l’interessato sia un lavoratore autonomo oppure un dipendente.
L’età minima che bisogna raggiungere, inoltre, cambia in base al numero di giorni di lavoro che sono stati effettuati durante l’anno. Vediamo a chi spetta il pensionamento anticipato e quali requisiti è obbligatorio rispettare.
Gli addetti al lavoro notturno hanno la possibilità di richiedere la pensione anticipata a 62 anni. Ai sensi della normativa vigente, si tratta dell’attività lavorativa che viene compiuta per almeno tre ore del normale tempo di lavoro tra la mezzanotte e le cinque del mattino.
Tale tipologia di lavoro è considerata usurante, perché particolarmente faticosa e pesante. L’INPS ha sottolineato che la pensione anticipata è consentita ai lavoratori notturni sia pubblici sia privati che hanno svolto tale attività usurante per almeno 7 anni o per almeno la metà della loro vita lavorativa.
I lavoratori dipendenti notturni che svolgono tale attività per periodi pari all’interno anno lavorativo o per almeno 78 giorni all’anno possono smettere di lavorare con 35 anni di contribuzione e almeno 61 anni e 7 mesi di età (cd. Quota 97,6). Per gli autonomi, invece, sono richiesti 35 anni di contributi e 62 anni e 7 mesi di età (cd. Quota 98,6).
Se i dipendenti hanno lavorato per un numero di giorni da 72 a 77 all’anno, bisogna raggiungere Quota 98,6, ossia 62 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi. Agli autonomi servono 35 anni di contributi e 63 anni e 7 mesi di età (Quota 99,6).
Se, infine, i dipendenti notturni lavorano da 64 a 71 giorni all’anno, possono andare in pensione con un’anzianità contributiva 35 anni e una anagrafica di 63 anni e 7 mesi (cd. Quota 99,6). Per gli autonomi, invece, sono necessari 35 anni di contributi e 64 anni e 7 mesi di età (cd. Quota 100,6).
Bisogna, quindi, prestare massima attenzione ai requisiti minimi per andare in pensione in anticipo se si svolge un’attività lavorativa notturna, perché l’età anagrafica varia in base alla quantità di lavoro che è stato svolto durante la notte, nel corso dell’intera carriera.
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