Non buttare le bollette pagate, possono servirti anche dopo diverso tempo. Le regole sono cambiate: ecco tutti i dettagli.
Le bollette da pagare sono inevitabili nella quotidianità di chiunque abbia una casa, di proprietà o in affitto. I costi comprendono il gas, il riscaldamento, l’energia elettrica, l’acqua, il telefono fisso o cellulare e Internet.
È essenziale comprendere per quanto tempo è necessario conservare le bollette pagate. Soprattutto considerando i cambiamenti recenti apportati alle regole.
Le bollette non si limitano solo al costo dei servizi. Oltre alle spese standard, come quelle per gas ed elettricità, includono anche l’IVA e l’accisa. Queste, sono calcolate in base alla quantità di energia consumata. L’IVA solitamente rappresenta il 10% del costo totale, ma può salire al 22% se non si tratta di una casa con il fine di residenza. È importante notare che, anche se il proprietario è l’intestatario delle bollette, l’onere del pagamento grava sull’usufruttuario del servizio. Quindi, anche a chi è in affitto o in sub-affitto tocca pagare le spese.
La componente più significativa che incide sul totale della bolletta è la parte relativa all’energia e al costo di dispacciamento. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) è responsabile del monitoraggio del regolare pagamento delle bollette nel settore dell’energia elettrica, dell’acqua, del gas e dei rifiuti.
Ma per quanto tempo bisogna conservare le ricevute di pagamento? È molto importante evitare di gettarle via, poiché potrebbero essere richieste come prova di pagamento in futuro. Conservare le bollette è una buona precauzione ed è necessaria per evitare il rischio di dover pagare nuovamente importi già pagati.
Le bollette dell’energia elettrica emesse dopo il 1 marzo 2018 è necessario conservarle per almeno due anni. Per quelle emesse prima di questa data, il periodo di conservazione si estende a cinque anni. Nel caso delle bollette del gas, il periodo di conservazione è di due anni se emesse dopo il 1 gennaio 2019, mentre per quelle precedenti a questa data, è di cinque anni.
Tenere in un luogo sicuro questi documenti è essenziale. Poiché, durante l’intero periodo, il fornitore potrebbe richiedere la prova del saldo regolare, obbligando il cliente a dimostrarlo legalmente. Se vengono superati i tempi indicati, i fornitori non possono più richiedere la prova del pagamento.
Tuttavia, è importante notare che la prescrizione è attivata solo se il fornitore non ha inviato solleciti di morosità e situazioni debitorie. In caso contrario, la prescrizione non si applica, e il debitore è tenuto a saldare l’importo dovuto.
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