I piccoli risparmiatori che si avvicinano al mondo degli investimenti si chiedono se sia preferibile puntare sui BFP o sui BTP.
Da una parte abbiamo i Buoni Fruttiferi Postali, dall’altra i Buoni del Tesoro Poliennali. Qual è il miglior investimento possibile? La risposta dipende dalle esigenze e dagli obiettivi da raggiungere.
Tanti piccoli risparmiatori si sono avvicinati al mondo della finanza e degli investimenti negli ultimi anni, da quando l’inflazione ha tolto molto potere d’acquisto ai risparmi fermi sul conto corrente. Parliamo di persona che sono riuscite ad accumulare dei risparmi e che vorrebbero tutelarli ma allo stesso tempo vederli crescere nel tempo.
I Buoni Fruttiferi e i BTP sono due ottime soluzioni a basso rischio. Si tratta di strumenti di investimento a breve-medio-lungo termine garantiti dallo Stato Italiano. I due prodotti sono simili tra loro sebbene abbiano caratteristiche molto differenti per certi versi. I BFP sono emessi da Cassa Deposito e Prestiti, venduti da Poste Italiane e generano una rendita passiva nota fin da subito. I BTP sono, invece, Titoli di Stato emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Generano anch’essi una rendita passiva.
I BTP sono Titoli di debito, di conseguenza lo Stato si impegna ed è obbligato a liquidare e rimborsare l’intero valore nominale del Titolo più gli interessi alla scadenza. I BPF sono garantiti dallo Stato Italiano e alla scadenza il titolare recupererà capitale e interessi. Entrambi gli strumenti sono, dunque, sicuri. Passiamo ora ad esaminare la redditività, la liquidità e la diversificazione.
In entrambi i casi i rendimenti sono limitati trattandosi di investimenti senza rischi. In un confronto, però, ha leggermente la meglio il Buono Fruttifero. Inoltre il BFP permette di sapere subito quale sarà il guadagno finale portando il prodotto alla scadenza. I BTP, invece, sono indicizzati e dunque non hanno rendimento fisso ma si può conoscere il rendimento minimo garantito. Il vantaggio dei Buoni del Tesoro Poliennali è nella negoziabilità. Significa che possono essere scambiati sul mercato garantendo una liquidità maggiore, al contrario del Buoni Fruttiferi.
Volendo diversificare il portafoglio, entrambi gli strumenti rappresentano una buona scelta in un piano di investimento. Altro aspetto comune è la tassazione agevolata del 12.50%. In più, non appena l’INPS avrà le direttive ufficiali, sia i BTP che i Buoni Fruttiferi saranno esenti dal conteggio ISEE se hanno un valore sotto i 50 mila euro. In conclusione gli strumenti sono simili, ognuno potrà scegliere quello che più soddisfa le proprie necessità.
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