L’acqua del rubinetto è utilizzata quotidianamente, ma quando questa può essere definita potabile? Ecco quali sono i parametri da rispettare
Come in tantissimi sicuramente già sapranno, l’acqua è il bene più prezioso che si possa avere e di tale elemento se ne fa un uso quotidiano; proprio per tale motivazione è necessario che questa rispetti delle fondamentali caratteristiche relativi alla salubrità e alla qualità: ecco cosa c’è da sapere in in merito all’argomento in questione.
Com’è noto, l’acqua, affinché sia potabile, deve rispettare dei requisiti imposti dalla legge cosicché i cittadini possano consumarla in totale sicurezza.
I controlli relativi all’acqua potabile sono di due tipologie vale a dire quella esterna e quella interna. Questi sono eseguiti con una cadenza periodica e vi è anche una distinzione relativa ai controlli esterni ed interni, infatti, i primi sono gestiti da una società che gestisce il servizio in loco, mentre i secondi sono fatti dall’AUSL.
I parametri che si tengono in considerazione sono svariati, infatti, vi sono quelli microbiologici, chimici e indicatori. Quelli microbiologici sono da ricercare il D. lgs 31/2001 (A). Quelli chimici, invece, riguardano la composizione chimica dell’acqua e bisogna fare riferimento alla Direttiva 98/83/CE.
Infine, gli indicatori si collegano ai rischi per la salute e vanno ad indicare possibili cambiamenti relativi alla qualità dell’acqua.
Oltre ai parametri sopraindicati è necessario sapere che le acque che hanno come fine ultimo il consumo umano non devono avere al loro interno microrganismi, parassiti o ulteriori sostanze che potrebbero rappresentare un rischio per la salute.
Infine, per riuscire ad avere un quadro completo relativo alla legislazione è importante citare il Decreto ministeriale 174 dello 06.04.2004 in cui vi sono citati i materiali da usare all’interno degli impianti di distribuzione dell’acqua; da menzionare è anche il Decreto dello 07.02.2012 che riguarda, invece, i dispositivi da utilizzare per il trattamento delle acque che hanno come fine il consumo da parte dell’uomo.
Parlando di acqua potabile è necessario citare la Capitale dal momento che la città ha sempre avuto un occhio di riguardo per l’efficienza degli acquedotti.
La data da tenere ben presente è il 312 a.C. in cui cominciarono le costruzioni architettoniche che ad oggi si trovano a Roma. Sono stati ben undici gli acquedotti costruiti durante la Repubblica e l’Impero; grazie ad essi vi è stata data la possibilità ai cittadini romani di usufruire dell’acqua potabile. L’acqua, all’epoca, arrivava maggiormente dal sottosuolo e solo raramente si trattava di acqua superficiale.
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