Sono in arrivo degli importanti cambiamenti sul fronte pensioni, in attesa della Riforma definitiva, che coinvolgerà tutti i contribuenti italiani. Ecco le prime anticipazioni.
Nei prossimi mesi si ritornerà a parlare di Riforma delle pensioni. Il Governo è intenzionato ad approvarla entro la fine della legislatura ma, dopo l’estate, potrebbero arrivare i primi disegni di legge, in vista della prossima Legge di Bilancio.
Dal 2025, dunque, potrebbero essere attive delle misure modificative dell’attuale sistema previdenziale, in attesa che la Riforma vera e propria venga messa a punto. Occhi puntati sugli strumenti di flessibilità in uscita, i cui requisiti diventeranno sicuramente più restrittivi, per contenere la spesa pubblica.
Vediamo, quindi, quale potrebbe essere il contenuto del disegno di legge di revisione del sistema pensionistico italiano.
Il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (CNEL) è al lavoro per stilare una proposta di riforma del sistema previdenziale che dovrà, poi, essere elaborata e approvata dall’Esecutivo. Lo scorso febbraio c’è stato l’insediamento di un nuovo gruppo di lavoro che, entro la fine di luglio, dovrà redigere quattro documenti tecnici su tali tematiche:
Entro il mese di ottobre, poi, verrà predisposta una proposta di disegno di legge, da parte di un gruppo di lavoro coordinato da Domenico Garofalo, con esperti di ISTAT, INPS e Banca d’Italia. Grazie alla sinergia dei professionisti, si giungerà al testo definitivo di riforma dell’intero sistema pensionistico italiano.
Al momento, tuttavia, non sono ancora chiare le tempistiche dell’Esecutivo; le ipotesi più accreditate prevedono l’inserimento delle prime misure già nella Legge di Bilancio 2025 o in un futuro disegno di legge, da approvare a gennaio.
Quel che è certo è che il DEF (il Documento di Economia e Finanza) non prevede strumenti di riforma previdenziale a breve termine, ma solo stime dell’incidenza della manovra sui conti pubblici. In particolare, le spese per le pensioni aumenterebbero del 5,8% nel 2024 e del 2,9% nel triennio successivo.
Il dibattito sulla prossima Riforma delle pensioni è stato, di recente, riaperto dal Sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, che ha parlato della possibilità di un inserimento di Quota 41 aperta a tutti, ma con il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno. L’obiettivo sarebbe quello di abolire il requisito anagrafico dei 62 anni, attualmente previsto per Quota 103, e mantenere solo quello contributivo (pari, appunto, a 41 anni), in modo tale da consentire il pensionamento anticipato (prima del raggiungimento dei 67 anni di età) ma senza gravare eccessivamente sulle finanze statali.
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