La benzina schizza a più di 2 euro al litro, ed è solo l’inizio: economisti avvertono ‘sarà sempre peggio’

Basta che una bomba venga sganciata nei punti “caldi” della via del petrolio che il prezzo della benzina sale vertiginosamente.

Il caro carburanti sta diventando un’emergenza senza fine e tutti gli italiani se ne stanno rendendo ampiamente conto. Quello che si comprende un po’ meno, invece, è l’intrigo geopolitico che sta dietro a tutta questa situazione.

perché la benzina è aumentata
Gli aumenti della benzina non si fermeranno – Cityzen.it

A farne le spese però, come sempre e come da sempre, le persone che con il loro potere d’acquisto non riescono più a stare dietro ai giochi di potere.

Prezzo carburanti sopra ai 2,50 euro al litro, cosa succede e perché in futuro potrebbe andare anche peggio

Tutti hanno visto il prezzo dei carburanti salire in pochi giorni, e oggi chi fa rifornimento si trova a sborsare in media 1,95 euro per benzina e gasolio al self, con qualche centesimo di variante, mentre al servito siamo anche a 2,50 euro al litro.

perché sale il prezzo del petrolio
La situazione geopolitica attuale causa i rialzi del petrolio – Cityzen.it

Cifre improponibili che i cittadini e aziende non riescono più a sostenere. L’ultimo dei rialzi è dovuto, com’era intuibile, alle tensioni tra Iran e Israele. Ma questo è solamente l’ultimo dei tasselli che ha costruito il quadro disastroso di oggi.

Gli eventi più recenti, come la guerra in Ucraina, hanno rappresentato una bella batosta per i cittadini di tutta Europa, che si sono visti alzare il costo dell’energia anche di tre volte. I popoli stanno pagando i “battibecchi” tra Biden e Putin, e le speculazioni di chi senza ritegno guadagna sulla pelle dei civili morti durante i bombardamenti.

Se Israele e Iran dovessero entrare in guerra, potrebbe avverarsi ciò che i politici temono, ovvero la chiusura dello Stretto di Hormuz, da dove passa quasi il 40% del petrolio a livello mondiale, proveniente da Paesi come Emirati Arabi Arabia Saudita, Quwait, Quatar e Iraq.

In realtà Teheran ha più volte minacciato di ricorrere alla chiusura dello Stretto, ma alla fine non è mai successo. Ma questo non rassicura certo il mercato, che non appena ha intuito una minaccia ha innescato i meccanismi di aumento del prezzo del petrolio, che ora è già a 90 dollari al barile.

In Italia, poi, i vari Governi hanno sempre deciso di glissare sul taglio delle accise, che gravano per oltre il 50% sul prezzo finale del carburante, e anche oggi non c’è la volontà di agire in questo senso.

Gli scenari possibili sono davvero molti, ma in ogni caso è chiaro che i conflitti in essere non si risolveranno in tempi brevi. Ai cittadini, dunque, non resta che subire i giochi di potere in atto e sperare di uscirne indenni. Sempre che non avvenga la tanto temuta escalation dei conflitti, e allora in quel caso sarà anche peggio.

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