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Influenza Aviaria trovata nel latte, l’OMS allarma i cittadini e consiglia cosa fare

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Stefania Guerra

L’Influenza Aviaria ha colpito mucche da latte negli allevamenti e la comunità scientifica è sempre più in allarme.

Se fino a poco tempo fa si temeva in un salto di specie da parte del virus che causa l’Influenza Aviaria, ora siamo di fronte a ben due salti di specie.

Il virus H5N! è passato alle mucche e quindi anche nel latte – Cityzen.it

Di recente, negli Stati Uniti, è stata segnalata l’infezione umana di un allevatore del Texas, che probabilmente ha preso l’Influenza Aviaria a contatto delle mucche da latte.

Da indagini, si è poi scoperto che le mucche da latte erano state infettate dagli uccelli migratori e adesso l’OMS ha invitato le persone a bere solamente latte pastorizzato.

Ci sono pericoli reali nel consumo di latte di mucca? Cosa è successo negli Stati Uniti e perché potrebbe accadere anche in Italia

Recentemente in America è stata scoperta una connessione tra l’influenza aviaria, le mucche da latte e un uomo. Dopo che un allevatore texano è risultato positivo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha invitato tutti i cittadini a non bere latte crudo e a preferire quello pastorizzato.

Le mucche degli allevamenti americani sono state infettate dal virus H5N1 – Cityzen.it

L’Influenza Aviaria, o H5N1, sta dunque colpendo animali diversi dai volatili; arrivando agli animali da allevamento potrebbe mutare e iniziare a infettare anche gli esseri umani.

Gli esperti hanno sottolineato il fatto che la pastorizzazione è in grado di uccidere il virus, ma hanno anche ricordato quanto possa essere pericoloso bere latte crudo. Il problema è però molto più ampio. Negli Stati Uniti le mucche da latte infette sono state trovate in ben 29 allevamenti; al momento non sembrano esserci segnalazioni da altri Paesi, ma forse è solo questione di tempo.

Come già hanno ricordato numerosi esperti, l’influenza aviaria è in espansione in tutto il mondo. Il virus H5N1 sembra stia trovando numerosi modi per espandersi, e infatti come non ricordare le epidemie che hanno colpito dapprima volatici selvatici e poi uccelli da allevamento o come i cigni, poi sia passato a visoni, foche, leoni marini e volpi.

L’attenzione dunque è massima e gli esperti dell’OMS temono che l’influenza aviaria potrebbe innescare una nuova pandemia globale. Tra l’atro forse anche più mortale del Covid. Sempre secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, dal 2003 ad oggi almeno 900 persone sono state infettate dal virus dell’influenza aviaria e metà di esse sarebbero decedute.

Dunque al momento solo un uomo è stato infettato da una mucca, ad oggi è l’unico caso rilevato negli Stati Uniti, ma presto potrebbe accadere anche in Europa.

Stefania Guerra

Appassionata di lettura e di scrittura creativa, autrice di un racconto e di un romanzo, opero nel copywriting e nel digital marketing dal 2018; collaboro con diversi siti di informazione e per una testata giornalistica.

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