I vuoti contributivi si possono colmare ma c’è poco tempo, meglio inviare subito domanda

I vuoti contributivi vanno colmati o la pensione non arriverà più. Bisogna approfittare della pace contributiva attiva per poco tempo.

Il numero dei contributi accumulati sarà fondamentale per maturare il diritto alla pensione. Se mancano anni di contribuzione si dovrà ritardare l’uscita dal mondo del lavoro e si riceverà un assegno pensionistico dall’importo inferiore.

Entro quando colmare i vuoti contributivi
Entro quando colmare i vuoti contributivi (Cityzen.it)

Il sistema previdenziale italiano prevede la possibilità di andare in pensione utilizzando diversi scivoli che variano per requisiti contributivi e anagrafici. I contributi sono la chiave del pensionamento. In alcuni casi ne bastano pochissimi, anche cinque ma solo se si attendono i 71 anni per lasciare il mondo del lavoro. In caso di pensione anticipata ne serviranno tantissimi, ad esempio 42 anni e dieci mesi per la pensione anticipata ordinaria. Per la pensione di vecchiaia, invece, ne bastano 20 così come per la pensione contributiva.

I lavoratori che possono contare su una lunga carriera continuativa non avranno problemi a raggiungere la pensione. Diverso il caso di chi ha accumulato vuoti contributivi, ossia anni in cui non ha lavorato e, dunque, non ha versato contributi. Capita spesso alle donne che interrompono la carriera per dedicarsi ai figli oppure a chi ha frequentato l’università o a chi ha avuto solo contratti a tempo determinato.

Come riscattare i vuoti contributivi entro il 31 dicembre 2025

L’INPS ha chiarito in un documento la possibilità di riscattare i vuoti contributivi tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023 fino a cinque anni grazie ad una pace contributiva. Il vantaggio, dunque, è dedicato a chi non ha anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Gli interessati potranno riscattare qualsiasi vuoto contributivo inoltrando domanda tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2024.

Riscatto contributivo per anni di vuoto
Riscatto contributivo per anni di vuoto (Cityzen.it)

I periodi di vuoto dovranno essere compresi tra il 1996 e il 2023 anche al netto di un periodo già riscattato grazie alla pace contributiva 2019/2021.  La circolare INPS di riferimento è la numero 69/2024. I destinatari sono gli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia, i superstiti dei lavoratori dipendenti, alle Forme sostitutive ed esclusive della stessa, alle Gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata. Rimangono esclusi gli iscritti alle Casse professionali come avvocati e commercialisti.

Per poter approfittare della pace contributiva occorrerà non solo non aver anzianità contributiva precedente al 1996 ma anche non percepire nessun trattamento pensionistico diretto. In più, il periodo da riscattare non dovrà essere coperto da alcun tipo di contribuzione obbligatoria, figurativa, volontaria, da riscatto. Ultima informazione, alla pace contributiva non è applicabile il riscatto agevolato. Si dovrà pagare tutto l’onere (anche rateizzandolo in 120 rate mensili).

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