Alcune lavoratrici riceveranno una maggiorazione in busta paga tramite un esonero contributivo. A chi è rivolto?
La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto il cd. Bonus Mamme lavoratrici. Si tratta di un sussidio che permette di ottenere l’esonero contributivo totale, entro un importo massimo di 3 mila euro annui.
Le beneficiarie, dunque, riceveranno ben 250 euro in più al mese sullo stipendio. Possono richiederlo le lavoratrici assunte con contratto di lavoro dipendente (sia pubblico sia privato) a tempo indeterminato, a eccezione delle lavoratrici domestiche, che hanno almeno due figli, dei quali il più piccolo under 10. Per il 2025 e il 2026, invece, sarà necessario avere almeno 3 figli, di cui il più piccolo minore di 18 anni.
L’agevolazione si applica anche nel caso di lavoro part-time.
In pratica, si ottiene l’esonero al 100% della quota dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici che, dunque, viene pagato dallo Stato. Di conseguenza, la busta paga netta avrà un importo più alto. Ma come si presenta la domanda per accedere all’agevolazione? Dopo aver inoltrato l’istanza, inoltre, è possibile rinunciarvi se ci si accorge che non è conveniente? Ecco tutta la verità.
Le lavoratrici interessate al Bonus Mamme devono, innanzitutto, comunicarlo al proprio datore di lavoro, indicando il numero dei figli e i codici fiscali degli stessi.
Il datore, a sua volta, sarà obbligato a riportare tutti i dettagli nelle denunce retributive. L’INPS, poi, dovrà effettuare tutti i controlli sulle informazioni rese, per accertare la veridicità di quanto dichiarato e il possesso di tutti i requisiti previsti dalla normativa.
In alternativa, le lavoratrici possono presentare la richiesta per il Bonus direttamente all’INPS, tramite il servizio telematico accessibile sul sito ufficiale www.inps.it.
Il beneficio è attivo dal mese di gennaio 2024, per coloro che hanno raggiunto i requisiti entro tale termine. Chi, invece, matura i presupposti nel corso dell’anno (ad esempio, nasce un altro figlio), ha diritto all’esonero a partire dal mese in cui si raggiungono le condizioni richieste.
Ricordiamo che il Bonus Mamme viene accreditato automaticamente in busta paga in seguito alla richiesta e la Legge di Bilancio 2024 non consente di rinunciarvi. L’INPS, tuttavia, tramite la FAQ pubblicate sul proprio sito istituzionale, ha specificato come l’applicazione del beneficio possa avvenire anche “a richiesta” delle interessate.
Di conseguenza, potrebbe essere ammessa la possibilità di revoca del Bonus, ad esempio quando il trattamento integrativo si riduce di più rispetto al maggior esonero contributivo applicato e, quindi, si riceve uno stipendio netto più basso rispetto a quello precedentemente percepito, come nel caso delle lavoratrici che hanno un imponibile basso.
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