I pensionati possono incrementare l’ammontare della prestazione grazie a due strumenti, purtroppo non sempre conosciuti. Vediamo di quali si tratta.
Molti contribuenti devono fare i conti con delle pensioni di importo eccessivamente basso e, per questo motivo, sono alla ricerca di metodi legali per poter aumentare l’assegno spettante.
Ebbene, ci sono due ottimi metodi per incrementare l’ammontare della pensione anche dopo l’inizio della percezione del trattamento. Si tratta degli strumenti della ricostituzione contributiva e del supplemento di pensione. A quali pensionati sono rivolti e come si richiedono? Scopriamolo.
La ricostituzione contributiva è una misura che consente di ricalcolare l’importo della pensione, sulla base dei contributi accreditati o maturati prima della decorrenza della prestazione.
È l’opzione ideale per rimediare a eventuali errori contributivi, ad esempio la mancata considerazione del servizio militare oppure dei periodi di malattia al momento della liquidazione della pensione. In pratica, viene ricalcolato il trattamento previdenziali originario, sia per ragioni reddituali (nel caso in cui la pensione è cumulabile o integrata con ulteriori redditi) sia per ragioni contributive.
La ricostituzione per motivi contributivi è, però, possibile solo se i versamenti sono stati accreditati nella stessa Gestione previdenziale che paga la pensione e se sono antecedenti alla decorrenza della stessa.
Possono accedere alla misura i percettori di pensioni provenienti dalle Gestioni dei lavoratori autonomi, dei lavoratori dipendenti e i pensionati della Gestione Pubblica. La richiesta per la ricostituzione contributiva può essere effettuata telematicamente (tramite il sito dell’INPS) oppure rivolgendosi a un Patronato.
Il supplemento di pensione, invece, è un aumento dell’assegno pensionistico che può essere richiesto da chi continua a lavorare e a versare i contributi anche dopo il pensionamento. Serve, infatti, proprio a riconoscere i versamenti previdenziali successivi alla pensione.
Possono usufruirne i pensionati iscritti a varie Gestioni previdenziali, come i lavoratori autonomi, i lavoratori dipendenti e quelli appartenenti alla Gestione Separata INPS.
Ai fini del riconoscimento del supplemento, non è necessario che i pensionati iscritti al Fondo dei Lavoratori Dipendenti svolgano un nuovo impiego subordinato e versino i nuovi contributi presso tale Fondo, ma possono anche intraprendere un’attività che prevede l’iscrizione a una delle Gestioni speciali dei Lavoratori Autonomi. Allo stesso modo, il diritto sussiste anche per i lavoratori autonomi che proseguono l’attività o ne iniziano un’altra in proprio.
Il supplemento di pensione, però, va richiesto entro specifici termini, che cambiano a seconda del Fondo di appartenenza. Ad esempio, per l’AGO e la Gestione Separata INPS il termine è di 5 anni.
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