Con il Decreto PNRR si intensifica la lotta al lavoro nero, con la predisposizione di sanzioni più severe. Cosa rischiano i trasgressori?
Il Governo è intenzionato a proseguire la lotta al lavoro nero e lo fa anche grazie alle misure contenute nel nuovo Decreto PNRR.
In particolare, sono state fissate nuove sanzioni per i datori di lavoro privati che si avvalgono di dipendenti irregolari, ossia di coloro che svolgono attività lavorative senza un formale contratto. In tal caso, i datori non ottemperano all’obbligo di versamento dei contributi previdenziali e delle dovute imposte; di conseguenza, i lavoratori sono sprovvisti di qualsiasi tutela legale o assicurativa.
Gli effetti del lavoro nero possono essere devastanti non solo per gli interessati ma per l’intera società. I dipendenti non godono di alcun diritto (come le ferie pagate, la malattia o l’assicurazione contro gli infortuni) e sono costretti a vivere in condizioni precarie. Allo stesso tempo, per lo Stato ci sono meno introiti (perché vengono evasi tasse e contributi) e, quindi, meno fondi da destinare ai servizi pubblici e previdenziali.
Per risolvere questo problema, il legislatore ha ideato un vasto e dettagliato sistema sanzionatorio, con diverse misure dirette a scoraggiare il lavoro irregolare. Ma cosa succede ai datori di lavoro che non rispettano le leggi, alla luce delle novità introdotte dal Decreto PNRR? Scopriamolo.
Con la conversione del Decreto PNRR le sanzioni per i datori di lavoro che incoraggiano il lavoro nero diventano più severe.
Uno degli elementi che spesso favorisce tale fenomeno è, infatti, la mancanza di efficaci controlli da parte delle autorità. Grazie alla nuova normativa, invece, la lotta al lavoro irregolare si fa più intensa.
Nello specifico, è stata introdotta una nuova maggiorazione pari al 30% (rispetto al 20% fissata dalla Legge di Bilancio 2019) degli importi delle multe ai datori di lavoro. Sono, poi, previste diverse percentuali per casi specifici e, in particolare:
Il rinnovato sistema sanzionatorio si applica a tutti i datori di lavoro del settore privato, tranne quelli del settore domestico. Data la particolarità di quest’ultimo, infatti, sono previste regolamentazioni specifiche.
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