La pensione di reversibilità viene erogata anche a favore dei nipoti. In quali ipotesi e come si ottiene la prestazione? Vediamo cosa stabilisce la legge.
La pensione di reversibilità è l’assegno previdenziale a cui hanno diritto i familiari superstiti di un pensionato deceduto.
Spetta, di solito al coniuge e ai figli, sia minorenni sia maggiorenni invalidi o studenti, iscritti a percorsi di studio. In tal caso, la reversibilità viene versata fino ai 21 anni di età, se si frequentano le scuole superiori, oppure fino a 26 anni di età se si è iscritti all’università. I beneficiari under 24, inoltre, non devono possedere redditi superiori a 4 mila euro, mentre quelli over 24 non devono eccedere la soglia di 2.840,51 euro.
Ma, in alcune ipotesi, la prestazione può essere erogata anche ai genitori, ai fratelli e alle sorelle e ai nipoti. Scopriamo, nel dettaglio, quali sono le regole affinché questi ultimi possano accedere alla pensione di reversibilità (ad esempio del nonno defunto).
Anche i parenti diversi dal coniuge e dai figli possono ottenere la pensione di reversibilità del contribuente defunto.
Innanzitutto, i genitori over 65, non titolari di alcuna pensione diretta o indiretta e a carico del defunto hanno diritto alla prestazione solo se il coniuge e i figli mancano oppure sono inidonei a ricevere l’assegno. Se non è possibile riconoscere la pensione ai genitori, allora spetta ai fratelli o alle sorelle, a condizione che siano a carico del pensionato, non coniugati e inabili a lavoro.
Se i fratelli o le sorelle non sono idonei, la reversibilità può essere erogata ai nipoti del defunto. Anche i nipoti, però, devono risultare a carico del contribuente al momento della morte di quest’ultimo e devono soddisfare uno dei seguenti requisiti: essere invalidi, essere minori o essere studenti maggiorenni, con gli stessi limiti previsti per i figli beneficiari.
In realtà i nipoti possono diventare titolari della pensione di reversibilità anche se ci sono il coniuge e i figli del pensionato, aggiungendosi a tali soggetti. È il caso, ad esempio, di un nipote orfano che, dopo la morte dei genitori, va a vivere con i nonni.
Di recente, la giurisprudenza ha stabilito che non è necessario che i nipoti siano orfani per poter beneficiare della reversibilità dei nonni, ma possono usufruirne anche coloro che vivono con dei genitori che non sono in grado di provvedere al loro sostentamento.
In conclusione, i nipoti sono valutati come figli in relazione sia al diritto sia all’ammontare dell’assegno.
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